tasse sulla casa

I prezzi degli immobili in Italia stanno calando da più di un decennio, con le particolari eccezioni di Milano e Roma centro, creando una serie di conseguenze negative in tutta l’economia del Paese. Il nostro è un caso pressoché unico in Europa.

Contemporaneamente, istituzioni internazionali come l’OCSE, il Fondo Monetario Internazionale e la stessa Commissione Europea spingono con forza per uno spostamento del carico fiscale dal reddito alla tassazione indiretta e alla tassazione del patrimonio, in particolare di quello immobiliare. Ma un nostro articolo giunge a conclusioni diverse.

Non si può concludere in maniera statisticamente ferma che aumentare le tasse sulla casa faccia bene alla crescita del Paese.

A mio parere, il governo Monti ha compiuto un grave errore nel momento in cui ha alzato in maniera permanente la tassazione della proprietà immobiliare attraverso il passaggio dall’ICI all’IMU, facendo ammalare il settore immobiliare italiano. Una soluzione largamente migliore sarebbe stata quella di alzare il prelievo immobiliare in maniera temporanea per 3 o 4 anni, per poi tornare verso i livelli di prelievo dell’ICI, finanziando tale manovra con maggiori tagli della spesa pubblica corrente.

È necessario rimediare a questo errore oggi, al fine di evitare che il calo decennale del prezzo degli immobili comporti ulteriori danni su quattro fronti diversi ma collegati:

1) i consumi delle famiglie scendono, perché il valore della loro ricchezza immobiliare scende;

2) gli investimenti in costruzioni sono schiacciati verso il basso e con essi l’occupazione nel settore;

3) le dismissioni di immobili da parte dello Stato e degli enti locali avranno meno successo, se i prezzi continuano a scendere;

4) la solidità delle nostre banche viene danneggiata dal fatto che le garanzie immobiliari sui prestiti valgono sempre di meno.

In che modo una tassazione eccessiva fa male al settore immobiliare? Il ragionamento economico è presto fatto: il calo forte dei rendimenti degli immobili spinge cittadini e imprese a venderli con maggiore frequenza, a partire dalle case diverse dalla prima. In questo modo, il calo nei prezzi coinvolge anche le prime case. Il risultato è piuttosto triste: alzando le tasse sulla casa, si parte con l’intenzione di far piangere i (presunti) ricchi e si finisce con il far piangere (quasi) tutti.

E dunque la direzione da prendere è tutt’altra, bisogna fare marcia indietro: abbandonare il prelievo esorbitante dell’IMU per tornare alle “quote più normali” della vecchia ICI.

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