tasse

Per abbassare le tasse su chi lavora, la via maestra è il taglio delle aliquote Irpef: una riduzione per tutti, equa e non distorsiva. In altri termini, il contrario del sistema vigente oggi (il famigerato bonus degli 80 euro) e di quello che il governo Conte sta disegnando per il secondo semestre del 2020.

Lo hanno definito “taglio del cuneo fiscale”, in realtà è un bonus Renzi 2.0, che distribuisce i suoi effetti in modo iniquo e insensato tra i contribuenti. Se hai un reddito inferiore a 8.150 euro annui, non ottieni alcun beneficio. Se guadagni tra i 28mila e i 40mila euro, l’intero bonus viene pressoché mangiato dalle tasse. In più, il bonus ha effetti concreti diversi quando cambia la condizione familiare del contribuente o in presenza di uno o due redditi. Viene cioè violato uno dei principi cardine di un sistema tributario: l’equità orizzontale, per cui due persone con eguale capacità contributiva dovrebbero pagare lo stesso. 

Serve una riforma dell’Irpef che semplifichi il pagamento delle tasse, riduca il numero di deduzioni e detrazioni e consenta una diminuzione del numero e del peso delle aliquote.

Più il sistema fiscale si complica, più sarà difficile affrontare con efficacia questa, che consideriamo una priorità nazionale. La vera sfida è quella di liberare il sistema tributario da quella pretesa (tipica di certa politica, soprattutto a sinistra) di determinare cosa è giusto tassare di più e cosa di meno, chi va tassato di più e chi meno, in favore di un modello semplice che riduca il carico fiscale per tutti e che applichi a tutti le stesse imposte a parità di reddito.

Appunti per il futuro, quando ci sarà (si spera e ci si lavora) un governo che avrà davvero l’obiettivo di ridurre le tasse per tutti.

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